Il Movimento ha sposato la causa dei Comitati per l’Acqua pubblica
Linee guida
L'acqua è un bene comune e un diritto umano universale. Un bene essenziale che appartiene a tutti. Nessuno può appropriarsene, né farci profitti.
Vogliamo togliere l’acqua dal mercato e i profitti dall’acqua, per conservarla per le future generazioni.
Vogliamo una gestione pubblica e partecipativa, perché si scrive acqua, ma si legge democrazia.
Proposte
Il Servizio idrico
Il servizio idrico integrato è un servizio privo di rilevanza economica che deve essere affidato a un'azienda di diritto pubblico e gestito senza finalità di lucro, sottratto al regime di concorrenza. Il Movimento pone l’attenzione sui seguenti punti:
• garantire un minimo vitale giornaliero di 50 litri di acqua a carico della fiscalità pubblica
• l’erogazione per usi diversi da quello alimentare sia effettuata a condizione che la risorsa sia sufficiente e a condizione che non leda la qualità dell’acqua per il consumo umano
• gli usi a scopo agricolo vengano considerati prioritari rispetto a quelli industriali
• verranno trovate forme di incentivazione per favorire nelle ristrutturazioni edilizie l’adozione di impianti che recuperino le acque di lavatrici e lavastoviglie per gli scarichi igienici e di impianti che utilizzino le acque piovane per usi non alimentari.
• favorirà la diffusione periodica dei dati delle analisi dell’acqua pubblica per incentivarne l’uso nei luoghi pubblici e nelle mense
• le mense scolastiche dovranno fornire esclusivamente acqua del rubinetto, abbattendo così costi e produzione di rifiuti.
I Referendum abrogativi
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La raccolta firme per l’effettuazione dei referendum abrogativi ha avuto esito positivo e il prossimo 12 giugno avremo la possibilità di abrogare le norme che liberalizzano e privatizzano di fatto la gestione degli acquedotti pubblici. I quesiti abrogativi sono qui descritti: |
QUESITO n. 1
- L'articolo che si vuole abrogare (12 commi, è il famoso decreto Ronchi) stabilisce come modalità ordinarie di gestione del servizio idrico l’affidamento a soggetti privati attraverso gara o l’affidamento a società a capitale misto pubblico-privato, all’interno delle quali il privato sia stato scelto attraverso gara e detenga almeno il 40%. Le gestioni attraverso SpA a totale capitale pubblico vengono permesse solo in regime di deroga (supportata da un’adeguata analisi di mercato e sottoposta al parere dell’Antitrust, ndr), altrimenti cesseranno improrogabilmente entro il dicembre 2011. La norma inoltre disciplina le società miste collocate in Borsa, le quali per poter mantenere l’affidamento del servizio dovranno diminuire la quota di capitale pubblico al 40% entro giugno 2013 e al 30% entro il dicembre 2015.
- Votando SI si abroga la norma.
- Votando NO si lascia invariata la norma attuale.
QUESITO n. 2
- Considerato non ammissibile.
QUESITO n. 3
- La norma che si vorrebbe abrogare consente al gestore di fare profitti sulla tariffa idrica, caricando sulla bolletta dei cittadini un 7% a remunerazione del capitale investito, senza alcun collegamento a qualsiasi logica di reinvestimento per il miglioramento qualitativo del servizio.
- Votando SI si approva la modifica.
- Votando NO si lascia invariata la norma attuale.