La riqualificazione post-industriale deve restituire ai cittadini aree nuovamente vivibili e di queste aree siano proprio i cittadini a decidere
![]() ![]() |
Il Movimento tendenzialmente inquadrerebbe la tematica all’interno delle normali voci del Programma Amministrativo della città. Troppo spesso il ricorso allo specifico, così come all’emergenza, porta ad effettuare scelte che deviano da quelle che la logica della buona amministrazione consiglierebbe. I due Progetti di riqualificazione delle ex zone industriali, ad Occidente e ad Oriente della città, sono però di così notevole importanza strategica, che non si può non tracciare, anche se solo come spunto sintetico, delle linee di indirizzo. |
Linee guida
L’accavallarsi di Piani Urbanistici, varianti, assegnazioni patrimoniali a Società partecipate, nomine di Consiglieri di Amministrazione, finanziamenti, fondi speciali, tutto ciò ha determinato una difficoltà reale, da parte della cittadinanza interessata, a seguire l’evoluzione del progetto attuale, per non parlare degli stati di avanzamento lavori dei singoli lotti in cui sono state suddivise le aree interessate.
Il punto principale è quindi cercare di recuperare il monitoraggio della situazione con un controllo costante dell’evoluzione di progetti, appalti e lavori. Da qui poi si parte con il cercare di indirizzare le azioni opportune verso il raggiungimento di obiettivi condivisi dalla maggioranza dei cittadini.
In sintesi proveremo a focalizzarci sui seguenti punti:
- Istituzionalizzazione di un Comitato Civico di Controllo, costituito da associazioni e cittadini, che si interessi di seguire l’evolversi dei Progetti, ne monitorizzi l’andamento e sia presente nelle sedi opportune per la determinazione di indirizzi e obiettivi.
- Verifica e controllo di tutte le attività di bonifica dei suoli e del mare già avviate e rilancio per ulteriori operazioni di riqualificazione del territorio.
- Individuazione di alternative urbanistiche che tengano conto di un’equa distribuzione degli spazi e delle volumetrie, evitando una zonizzazione tematica, cercando cioè di creare degli spazi vivibili, con aree verdi, “case di quartiere”, biblioteche e piazze tematiche destinate all’incontro di persone, piste ciclabili e siti per il bike sharing, tappeti e scale mobili con attenzione ai percorsi per disabili, parchi per cani, tutto quanto possa in definitiva rendere piacevole e confortevole i nuovi quartieri.
- Richiesta di rendere autonome da un punto di vista energetico, le nuove zone, con l’utilizzo massivo di tetti fotovoltaici, microeolico sulle strade litoranee e sui moli, piccoli impianti geotermici utilizzanti bocche già esistenti, sistemi a pistone "pelamis", che seguono instancabilmente il moto ondoso e le maree (e costituiscono contemporaneamente una barriera fisica di sbarramento alle imbarcazioni a motore).
- Pretesa che prima di qualsiasi inserimento abitativo o produttivo, siano garantiti tutti i servizi, integrati con quelli cittadini esistenti, dalle condotte idriche e fognarie, ai trasporti intesi come interconnessione con le linee metropolitane e con minibus elettrici di quartiere, accessibilità alla banda larga, aree wi-fi gratutite nei pressi di edifici e aree pubbliche, raccolta differenziata porta a porta con eventuale piccolo impianto di compostaggio.
- Rivitalizzazione della risorsa mare, come luogo condiviso e disponibile a vari interessi, dalla disponibilità di spiagge comunali (minimo 65% della linea di costa - Obiettivo che nella variante per la zona occidentale viene indicato come “risarcimento ai napoletani” per tutti gli anni di attività dell’Italsider durante i quali ne sono stati privati"), ad attracchi per piccole imbarcazioni non a motore, alla localizzazione di locali per la ristorazione e il tempo libero, ma tutto distribuito in modo tale da non determinare conflitti o collisioni.
- Incentivazione per l’avvio di aziende e attività legate alla ricerca, alla cultura e allo spettacolo, al turismo e al terziario avanzato.
L’idea insomma è che queste aree, proprio perché devono praticamente essere ridisegnate in toto, siano da esempio e fungano da modello per un’ipotesi futura di una vera città per i cittadini.
Appunto per il candidato del Comitato cinque stelle alla presidenza della 10 ° Municipalità (Bagnoli-Fuorigrotta).
Un argomento vitale sul quale il Movimento 5 stelle può e deve differenziarsi dagli altri schieramenti è l’impegno di difendere ad oltranza il “diritto al mare”.
Inteso come il diritto di tutti i cittadini di una città che è bagnata dal mare di accedervi e di goderlo senza pagare pedaggi.
A Napoli ciò significa imporre all’amministrazione comunale la restituzione dell’unica vera spiaggia cittadina, quella di Bagnoli, e del suo mare ai napoletani.
Obiettivo che nella variante per la zona occidentale, nero su bianco, viene indicato come “risarcimento ai napoletani” per tutti gli anni di attività dell’Italsider durante i quali ne sono stati privati.
C’è anche il rispetto di una legge dello Stato, la 582 del 1996, che impone tassativamente “l’eliminazione di tutti i pontili e della colmata a mare ed il ripristino della morfologia naturale della linea di costa”.
Purtroppo su questi fatti incontrovertibili non c’è stato mai un confronto pubblico con contraddittorio nel rispetto del diritto di cittadini a partecipare ai processi decisionali che riguardano progetti, piani e programmi che abbiano una ricaduta sul territorio. Così come previsto e disciplinato della Convenzione di Aarhus, dalla direttiva 2003/35/CE e del decreto legislativo n°4 del 16/1/2008.
Fino ad oggi nessun candidato sindaco di Napoli ha detto esplicitamente “sono contrario a qualsiasi progetto di porto turistico a Bagnoli”.
Il destino dell’unica vera spiaggia di Napoli e del suo mare è un argomento che interessa tutte le municipalità e non solo quella di Bagnoli. Quella spiaggia e quel mare sono di tutti i napoletani.
Da ricordare che la legge imponeva alle regioni di approvare le “linee guida sull’uso del demanio marittimo” per consentire ai comuni costieri di approvare ciascuno il suo “piano spiagge”. L’assessore regionale Cascetta nel dicembre 2007 presentò una bozza di riunita per discuterle. Sarà utile ricordare che nella bozza si afferma che la superficie totale delle spiagge libere non doveva essere inferiore al 20% del totale. Quando la regione Puglia ha destinato a spiagge libere il 65% del totale.
Sarebbe molto utile che nella campagna elettorale per le comunali si facesse opera di informazione suggerendo anche quale potrebbe essere il tipo di lotta per impedire scelte di una maggioranza che insistesse nel negare ai napoletani il “diritto al mare”.
Non resterebbe che la lotta gandhiana che risultò vincente contro il progetto del parcheggio multipiano interrato sotto i giardini di via Ruppolo negli anni ’80.
Stendersi per terra ed impedire che inizino lavori contro la legge.
19/4/2011 Giacomo Buonomo
Il grosso problema a Bagnoli e' che i cittadini stessi sono divisi sulla destinazione del litorale (c'e' un referendum fatto anni fa che lo prova). In realta' percio' al punto 6) avevo dato un'indicazione generica che tenesse conto delle possibili alternative.
E' comunque giusto indicare almeno il 65% minimo di spiaggia dedicata alla balneazione, con garanzia di accesso gratutito. Ovviamente cio' significa ripristino della linea di costa originaria e quindi asporto della colmata a mare e bonifica relativa.
A tal proposito mi sembra conciliante anche l'idea di Lello (vedi successivo commento) che potrebbe portare ad un divieto di accesso per imbarcazioni a motore in tutto il golfo di Enea.
Esistono comunque delle alternative progettuali che consentirebbero la creazione di un porticciolo turistico che non vada ad intaccare la possibilita' di balneazione (vedi progetto di Pino Cristoforoni).
Insomma, in sintesi, il succo sarebbe, secondo me, dare voce ai cittadini (no alle consulte o alle associazioni che potrebbero essere di parte).
io credo che l'utilizzo massivo delle energie "naturali" debba essere la base del tutto. Uno straordinario esempio di quello che eolico e fotovoltaico, geotermico o altro possono realizzare. Dovendo partire da zero appronterei questo "lampanteE esempio in quell'area garantendone la massima visibilità e dunque poi estensione allaintera città!!
Parimenti, comncerei una bonifica decisa del litorale e impedirei ai natantui a motore di potere navigare impunemente ovunque. Anche il mare può tornare ad essere un parco acquatico. Adoperiamoci per questo.
19:04.2011 Lello Merola.
Penso che la risposta al problema energetico sia contenuta al punto 4). Per i natanti a motore, invece, la tua proposta mi piace.
Lo sviluppo di napoli EST è un'oocasione enorme per il futuro di Napoli .
Personalmente vedo quella zona come un'opportunità di sviluppo turistico e di miglioramento di qualità della vita per tutti i napoletani .
L'i immagginazione mi porta a vederci un porto turistico al posto di quello scempio che c'è oggi di due enormi campi boe e di due cooperative che si dividono i pontili destinati all'ormeggio , una spiaggia enorme completamente libera ridata alla città con il ripristino della linea originaria di costa .
Immagino che l'uscita dal porto sia studiata in modo da non dare in nessun modo fastidio ai bagnanti . Deve assolutamente esserci un compromesso tra le due cose , la nostra città può e deve convivere con entrambe .
Mi immagino una bellissima passeggiata sul lungo mare , parchi con tanto verde e con posti dedicati ad attività sportive per tutti , una "città" dello sport professionistico , un campus universitario , una zona destinata alla ricerca e allo sviluppo delle energie rinnovabili , alberghi , ristorantini e bar , biblioteche , asili pubblici con ampi spazi all'aperto , piste ciclabili , un grande acquario , zone dove si sfruttano le energie naturali con progetti innovativi e farne luoghi di visita .
Vederla come l'occasione per creare nuovi insediamenti abitativi mi intristisce , ingrigisce la visione solare che ho di quella zona.
E' una visione , forse in contrasto con esigenze della città più importanti , ma è questo che di cui oggi sento il bisogno .
Si, sono d'accordo… questa e' anche un'occasione per sognare e per far sognare. Comunque, tu la descrivi in dettaglio, pero' penso che come principi, come "linee guida", quanto dici, ci sia gia'. Grazie del contributo.