Documento di Programma

I Comuni decidono della vita quotidiana di ognuno di noi. Possono avvelenarci con un inceneritore o avviare la raccolta differenziata. Fare parchi per i bambini o porti per gli speculatori. Costruire parcheggi o asili. Privatizzare l’acqua o mantenerla sotto il loro controllo. Dai Comuni a Cinque Stelle si deve ripartire a fare politica…


Stato e Cittadini

In un Sistema dominato ad ogni livello da caste e da oligarchie economiche/finanziarie, la VERA rivoluzione è la Demo(s)crazia

Il rapporto Stato-Cittadino e Stato-Cittadinanza, le regole, gli strumenti ed i metodi attraverso i quali questo si concretizza, ricoprono naturalmente una rilevanza specifica nelle tematiche del MoVimento 5 Stelle.

In questo ambito non possiamo che certificare, ad ogni livello, il palese fallimento dell'attuale Sistema Partitico/Istituzionale, completamente basato sulla Democrazia Rappresentativa.

Ed è proprio questa la vera emergenza, la fonte da cui nascono TUTTE le altre, perchè i nostri "rappresentanti" non rappresentano, appunto, gli interessi delle Comunità da cui vengono eletti, ma quelli dei partiti/clan/logge/caste/lobby di riferimento.

Ciò avviene attraverso una semplice delega in bianco (il nostro voto), concessa loro ogni 5 anni; da quel momento i nostri "rappresentanti" diventano soli, autonomi, incontrollabili e incontrovertibili.

Il MoVimento 5 Stelle si ispira invece al principio della Democrazia Diretta e Partecipativa, intendendo con questa definizione un metodo decisionale di stampo orizzontale che pone il timone, sempre, nelle mani della cittadinanza TUTTA e non in quelle dei sui pochi dipendenti/rappresentanti/amministratori.

Uno dei modelli di riferimento è quello della vicina Svizzera, dove ogni Cittadino è chiamato ad esprimersi mediamente 3/4 volte l'anno, votando e decidendo direttamente, in totale, su 15/20 problemi diversi, tramite referendum obbligatori (sulle questioni importanti) e referendum facoltativi. Inoltre ci sono le leggi e le delibere di iniziativa popolare, proponibili ad ogni livello Istituzionale (comunale/cantonale/federale) e per qualsiasi materia/tematica, senza quorum minimo di validità. Due i fondamentali vantaggi di questo Sistema; i Cittadini non si addormentano nell' indifferenza e gli amministratori sulle scelte più importanti non possono sbagliare: eseguono!

Riteniamo che questo vento nuovo di trasparenza, conoscenza e di partecipazione diretta della Cittadinanza, che deve quanto prima soffiare tra le stanze delle nostre Istituzioni, ripulendole e rinfrescandole ad ogni livello ordinativo, debba naturalmente nascere ed espandersi dal semplice/locale/basso, cioè dalle Amministrazioni Pubbliche a noi più vicine, quelle Comunali, dov'è più semplice e diretto intervenire nei processi decisionali e verificare/valutare i risultati ottenuti.

In virtù di quanto sopra quindi, di fronte a tale scempio e stravolgimento del concetto stesso di Sovranità Popolare, scendiamo in campo per evolvere concretamente, nei fatti, questo stato di cose.

- Partecipazione -

In questo particolare ambito, oltre alle iniziative concrete che abbiamo già avviato sul territorio (ben due Istanze Pubbliche sottoscritte entrambe da più di 500 elettori), al fine di ottenere regole e strumenti per una reale Partecipazione della Cittadinanza nelle scelte dell' Amministrazione Comunale, quali i regolamenti attuativi per i "Referendum comunali abrogativi" e per gli "Istituti di partecipazione Popolare", riteniamo inoltre indispensabili alcuni urgenti provvedimenti:

  • Istituzione di un Assessorato per la Partecipazione dei cittadini e per il decentramento delle funzioni comunali;
  • Attuazione del massimo livello di "decentramento amministrativo", per rendere davvero le Istituzioni più vicine possibile al Cittadino e al Territorio;
  • Elezione diretta del Difensore Civico da parte della Cittadinanza (non può essere il controllato a scegliere il controllore), ampliandone le effettive funzioni e poteri;
  • Disciplinare e rendere esecutive le norme previste dalla "Convenzione di Aarhus sull'accesso alle informazioni, la partecipazione pubblica ai processi decisionali e l'accesso alla giustizia in materia ambientale", prevedendo pubbliche assemblee con contraddittorio tra la Cittadinanza e gli amministratori;
  • Avviare, attraverso piattaforme e strumenti di e-Democracy (sondaggi e questionari online, forum, newsletter, community, gruppi di discussione), nuove forme di collaborazione tra Amministrazione Comunale e cittadinanza avvalendosi di Internet, attraverso cui i cittadini possano partecipare alle discussioni ed alle decisioni riguardanti il territorio di riferimento (cittadinanza digitale);
  • Estensione dei diritti di partecipazione democratica ai cittadini sedicenni e forte riduzione o totale abolizione del quorum minimo di validità per tutti gli Istituti referendari comunali.
  • Ottenuta l'emanazione da parte del Consiglio Comunale del "Regolamento attuativo per i Referendum comunali abrogativi", avremo inoltre la possibilità di organizzare il nostro Referendum-Day cittadino, al fine di mettere nelle mani di chi spetta di diritto, cioè la cittadinanza TUTTA, la decisione finale su eventuali atti e delibere di Consiglio o di Giunta Comunale in palese contrasto con gli interessi della collettività.

"Libertà non è stare sopra un albero, libertà è partecipazione” G. Gaber.

Qualità della vita

Salute

Per salute si intende 'benessere bio-psico-sociale', e non 'assenza di malattia'.

Il comune non ha ruolo nella gestione economica della sanità, (è un ruolo della regione), tuttavia il Sindaco e il Comune come istituzione sono garanti della salute dei cittadini.
Prevenire le malattie è possibile solo sfruttando appieno le informazioni medico scientifiche oggi abbondantemente disponibili in letteratura; queste hanno solo bisogno di essere divulgate in modo capillare e costante. Traferire informazioni è un compito a costo zero. Prendere posizioni nette e inequivocabili è un compito a costo zero.
Nello specifico, le malattie più comuni di cui si ammala nelle città occidentali, sono prevenibili attraverso la condivisione di un stile di vita sano e ben conosciuto. Ciò vuol dire che tutto il bagaglio di sofferenze, limitazioni, invalidità e decessi prematuri non sono una fatalità incontrollata.
Per poter cambiare questa tendenza bisogna obbligatoriamente coinvolgere la comunità attraverso il dibattito e confronto.
I cittadini non hanno un'idea chiara di salute né di benessere per cui la loro richiesta ad un ospedale, ad un sanitario prende le sembianze di un qualsiasi altro tipo di acquisto. Girano studi medici/ospedali (come per negozi) provano, decidono se prendere o meno un farmaco o se seguire o meno un percorso terapeutico, si auto-medicano, si auto-prescrivono farmaci. I cittadini ricevono informazioni sanitarie solo attraverso promozioni commerciali di case farmaceutiche, quindi solo da chi vende e mai (quasi) dal suo tutore istituzionale (il Comune).
La sanità pubblica è espressione del benessere dell'intero ecosistema, quindi gli spazi pubblici devono essere immaginati come luogo di armonia e coabitazione. Proviamo ad immaginare le città come “parchi” abitati, all’interno dei quali convivono, come avviene in natura, esseri viventi di diverse specie. L’uomo ha già inserito le piante nel patrimonio urbano capendone l’importanza per il benessere collettivo, ora si tratta di estendere questo concetto anche agli animali che vivono in libertà nelle nostre città.

Misure per l'infanzia

I diritti dei piccoli garantiscono i diritti dei grandi.

Una città orientata alla cura e allo sviluppo evolutivo dei propri cittadini, degli spazi e dei luoghi, dell’ambiente, è una città il cui sguardo parte dal basso, si situa all’altezza degli occhi delle bambine e dei bambini che la abitano, e da lì muove il primo passo. Bambini, e anche adolescenti, che, non meno degli adulti, sono titolari di diritti, cittadini attivi, risorsa dell’oggi e non di un ipotetico futuro che rimanda ad un domani in perpetuo divenire, e ad una subalternità dei più piccoli rispetto alle priorità degli adulti.
Se vogliamo crescere come persone e come collettività, se vogliamo imprimere un nuovo corso alla vita della nostra città dobbiamo essere consapevoli del fatto che le politiche per l’infanzia e l’adolescenza non vanno mai più considerate “politiche altre” o “politiche per i minori”.
È perciò profondamente “umana” una città che assume coraggiosamente tutto l’arco dell’età evolutiva come parametro di cambiamento, e costruisce insieme non la città “dei” bambini ma la città “con” i bambini.
Nell’ottica di una trasformazione finalizzata ad una migliore qualità della vita, il coinvolgimento e la partecipazione di tutti i cittadini è condizione necessaria al successo di ogni politica di governo. E affrontare i temi della qualità degli spazi urbani, dei tempi, dei servizi per i bambini e le bambine e per gli adolescenti, riconoscere e realizzare i loro diritti, significa garantire una migliore qualità di vita per gli adulti, una società consapevolmente ancorata al presente e con lo sguardo dispiegato verso il futuro.

Le azioni possibili
Per attuare quanto descritto in precedenza, c'e' bisogno che in maniera coordinata, si contemplino azioni riguardanti i seguenti settori della vita pubblica:
• Diritti e partecipazione alla vita democratica della città da parte dei cittadini più piccoli
• Politiche ambientali e per la mobilità
• Politiche urbanistiche
• Politiche culturali
• Politiche sociali

Territorio

Ambiente

Gli obiettivi ambientali devono coniugarsi strettamente con quelli di carattere sociale, economico e istituzionale

L'impatto delle attività umane sul territorio insidia da sempre i delicati equilibri dell'ambiente e dell'ecosistema, ma negli ultimi decenni un nuovo modello aggressivo di sviluppo urbano ed economico ha aumentato in modo esponenziale il consumo di suolo destinato ad usi insediativi, accompagnato da una crescita delle città sempre più complessa e confusa. Tale modello di crescita indiscriminata si impernia sull'illusoria presunzione che il territorio sia un'illimitata riserva di spazio, con una capacità di carico altrettanto illimitata, in grado di sostenere ogni sorta di sfruttamento residenziale, produttivo e infrastrutturale.
Il Movimento guarda alla pianificazione territoriale e al consumo del territorio considerando il suolo quale risorsa strategica non rinnovabile che va inderogabilmente preservata, un bene comune irrinunciabile e inalienabile, regolatore del ciclo idrologico, riserva di acqua e di energia, filtro di potenziali inquinanti, fattore chiave dell'equilibrio ambientale e delle biodiversità. La tutela e la progressiva riduzione del consumo del territorio sono esigenza insita nel concetto stesso di sopravvivenza.
Il sistema di aree verdi e la rete ecologica e rurale ancora presenti rappresentano poi una risorsa strategica vitale la cui tutela e valorizzazione devono costituire un obiettivo imprescindibile. Le Municipalità dovranno quindi provvedere a istituire un osservatorio del consumo del territorio, da cui trarre un proprio bilancio ecologico in grado di misurare il livello di naturalità e lo stato delle risorse naturali.
Inoltre, per rilanciare l'economia, valorizzando le risorse locali, l'agro-alimentare e il turismo e per restituire la dignità di una vita sana e decorosa, sono considerate urgenti e non più prorogabili le bonifiche della terra e del mare. Gli interventi di bonifica vanno studiati valutando con estrema attenzione le modalità di trattamento. Per la scelta delle procedure è necessario privilegiare la trasparenza degli obiettivi, delle modalità e dei tempi di intervento.
Bisogna infine mettere in sicurezza declivi e scarpate su tutto il territorio cittadino e provvedere alla salvaguardia della risorsa mare.

Rifiuti solidi urbani

Piano dei Rifiuti per il Comune di Napoli: Il Rifiuto non esiste!

Affinché l'ambiente non diventi un Rifiuto dell’umanità occorre cambiare Modello di sviluppo: Rifiuta il Rifiuto, Riduci, Riusa, Ricicla tutta la materia.
Ma molto prima del riciclo c'e' la Riduzione dei materiali che vanno diminuiti alla fonte.
Poi viene il Riuso dei materiali post consumo, quello che non serve più o è uno scarto di fabbricazione, può diventare materia prima per un'altra azienda o oggetto da riaggiustare e reinserire nel mercato.
Tra riduzione e riuso è dimostrato che si può finanche dimezzare la produzione di rifiuti.
Obiettivo per la città di Napoli:raggiungere i 315 kg/pers./anno in due anni (contro l’attuale produzione di circa 635 Kg di rifiuti/anno).
La raccolta differenziata deve essere Porta a Porta su tutto il territorio comunale, finalizzata al Riciclo Totale.
Occorre liberalizzare il servizio di raccolta mantenendo l’essenza di servizio pubblico.
Occorre legare l’utile dell’azienda preposta alla raccolta alla qualità e alla quantità di materia effettivamente riciclata, penalizzando lo scarto.
Occorre progettare predisporre e sostenere una solida filiera del riciclo possibilmente a KM 0.
Il processo di lavorazione degli scarti da R.D. deve avvenire in impianti di estrusione a ridosso di impianti di selezione e vagliatura (TMM),per la produzione di materia prima seconda (Impianto di Riciclo di Vedelago).
Punto di forza della raccolta differenziata è un organico pulito. L’umido è la nostra ricchezza e potrebbe essere la nostra salvezza; negli impianti di compostaggio si può realizzare compost di qualità, un eccellente ammendante per uso agricolo.
Sul modello del Piano Bacoli il Piano promuove:
• diffusione del compostaggio domestico, tramite il sostegno a progetti di giardini sui tetti;
• compostaggio aziendale e agricolo;
• realizzazione di piccoli impianti diffusi sul territorio.
La possibilità di diffusione degli impianti anche in zone vicine ai centri abitati è dato dalla possibilità del moderno utilizzo di particolari enzimi, che lavorano eccezionalmente in regime aerobico e anaerobico insieme, accelerando il processo di compostaggio, eliminando il problema del percolato e neutralizzando del tutto gli odori.

Urbanistica

Un'Urbanistica comprensibile a tutti per una città più amica dei Cittadini

Napoli è una grande città aperta sul mare, che gode di un paesaggio incomparabile invidiato nel mondo. Eppure questa città così bella non sempre è altrettanto dolce e accogliente con i suoi ospiti e i suoi cittadini. Anzi, per molti versi è una città dura, che non dà tregua, che non offre condizioni accettabili di vita in molti quartieri.
Il suo centro antico gronda di storia, ma gli spazi e le piazze sono poco curati, amati, valorizzati, così come i monumenti e i palazzi. Le strade sono spesso poco pulite e invase ancora da troppe auto e moto, con pericoli per i pedoni e per i pochi ciclisti in circolazione. Moltissimi edifici fatiscenti e inabitati potrebbero essere recuperati per dare abitazioni a giovani, studenti, famiglie. E gli edifici irrecuperabili, privi di ogni valore storico, potrebbero lasciare spazio ad angoli di verde, di gioco, d’incontro. I luoghi di ritrovo, i punti di riferimento, i presidi di civiltà ancora troppo pochi, e da creare dove mancano.
Questo discorso è valido, con tutte le differenze del caso, sia per i quartieri di più antico impianto (Capodimonte, Vomero, Fuorigrotta), sia soprattutto per quelli privi della minima qualità urbana, cresciuti troppo velocemente e abusivamente negli ultimi decenni. Pensiamo alla corona di spine che va da Agnano, Soccavo, Pianura, passando per Chiaiano, Secondigliano e Miano, fino a Capodichino, Ponticelli, Barra e San Giovanni. Aree urbane grandi e popolose come città medie che hanno fagocitato in un caos informe gli elementi di valore che pure vi sono o vi erano, come gli antichi casali, i terreni agricoli, gli assi strutturanti di storica memoria (es. l’asse di Barra).
In questi quartieri, oltre a quanto detto per le aree più centrali e consolidate della città, occorre individuare in ogni ambito significativo un grande progetto di riorganizzazione e riqualificazione, con la partecipazione attiva dei cittadini. È per esempio il caso di Miano, dove il recupero e riuso civico dell’ex fabbrica Peroni, sarebbe una boccata d’ossigeno per tutta l’area Nord.
Infine, i grandi progetti per la Napoli del futuro, città europea della conoscenza e della creatività: Bagnoli e Napoli Est. Le operazioni di rilancio dei principali volani per uno sviluppo sostenibile dell’impresa, dell’occupazione e del tempo libero sono fermi da troppo tempo. L’amministrazione uscente ha completamente fallito l’obiettivo di creare una governance ampia e concorde sul futuro di queste aree strategiche. Bisogna sbloccare la situazione, mettere in moto un confronto ampio e trasparente, bandire categoricamente veti incrociati e pretese speculative, e discutere tutti insieme – cittadini, investitori, pubbliche amministrazioni – sul da farsi.
A Bagnoli e Napoli Est, occorre almeno aggiungere altri due grandi progetti: il primo, terminare il restauro dell’Albergo dei Poveri, da aprire progressivamente alle associazioni culturali, cooperative e servizi della città. C’è posto per tutti! Cosa spettiamo?
Il secondo, per ritornare al punto di partenza, il recupero di un mare più pulito e fruibile dai cittadini, che è la risorsa di natura e paesaggio più vicina che abbiamo.
E infine due punti fermi per una città vivibile: Case del Quartiere diffuse in tutta la città e Urban Center di rilievo urbano e metropolitano.

Acqua Pubblica

Il Movimento ha sposato la causa dei Comitati per l’Acqua pubblica

L'acqua è un bene comune e un diritto umano universale. Un bene essenziale che appartiene a tutti. Nessuno può appropriarsene, né farci profitti. Vogliamo togliere l’acqua dal mercato e i profitti dall’acqua, per conservarla per le future generazioni. Vogliamo una gestione pubblica e partecipativa, perché si scrive acqua, ma si legge democrazia.

Mobilità

Mobilità sostenibile: Dall’impossibile caos al possibile armonico

Perseguire un piano di mobilità urbana sostenibile significa conciliare il diritto agli spostamenti di ciascuno con la diminuzione dell’inquinamento acustico e atmosferico derivante dalla congestione del traffico veicolare. A tale scopo bisogna attuare diverse tipologie di intervento in modo integrato e sinergico. Occorre per questo adottare un "Piano Urbano della Mobilità" che preveda investimenti infrastrutturali e innovazioni gestionali nel medio periodo. Obiettivi cardine sono:
Prevenire il traffico riducendo le necessità di spostamento:
ciò significa avvicinare servizi e prodotti al cittadino, in modo da ridurre la necessità di spostamenti, sia in termini numerici che di distanze.
Realizzare una rete intermodale di trasporto pubblico efficace ed efficiente:
Il Trasporto intermodale è una tipologia particolare di trasporto, effettuato con l'ausilio di una combinazione di mezzi diversi. Caratteristica principale di un sistema intermodale di trasporto urbano è quello della continuità tra le diverse modalità di trasporto.
Disincentivare l'utilizzo del mezzo privato:
i disincentivi hanno la funzione di diminuire il tempo medio di circolazione di un autoveicolo in città. Si caratterizzano in generale in: politiche di pedaggio autostradale per l’ingresso in città; semichiusura dei centri storici (ZTL, Zone a 30); individuazione strade a scorrimento veloce.
Tali misure devono essere anticipate da una credibile alternativa offerta dal Servizio Pubblico.
Gli interventi pubblici nel settore devono essere quindi finalizzati a ridurre la presenza degli autoveicoli privati negli spazi urbani e a favorire una "mobilità alternativa", svolta prevalentemente con i seguenti mezzi:
• a piedi;
• in bicicletta;
• con i mezzi di trasporto pubblico (rete intermodale);
• con i mezzi di trasporto privato condivisi (car-pooling, car-sharing, taxi collettivi).

Porto

Il porto è, da sempre, fonte di scambi commerciali e comunicazione ed ha storicamente favorito lo sviluppo delle civiltà

Nel 2010 scade il POT tuttora in vigore per l'Ente Porto di Napoli. La nuova Giunta Comunale avrà quindi da subito il compito di sovrintendere al rispetto delle linee indicate nel Piano regolatore Generale, in fase di stesura del nuovo POT.
Ovviamente non corcordiamo assolutamente con la filosofia attuale di progettualità. Puntiamo invece, pur nel rispetto della multifunzionalità e della diversificazione, ad altre tipologie di offerta.
Gli obiettivi da raggiungere sono essenzialmente i seguenti:

  • Impatto ambientale: E' importante migliorare il tasso di inquinamento delle acque, dell'aria e diminuire il rumore
  • Collegamenti intermodali: Evitare quanto più possibile il traffico veicolare, specie se di mezzi pesanti
  • Usufruibilità: Il mare del Porto deve realmente essere restituito ai cittadini
  • Servizi per il Turismo: L'accoglienza delle strutture portuali deve essere il biglietto da visita della città
  • Energie alternative: Si sfruttino le aree di copertura il mare ed il vento per un'autonomia energetica

Economia

Turismo

Sviluppare la risorsa turismo come volano principale per una ripresa economica e occupazionale che rispetti appieno il territorio e l'ambiente.

Tra le priorità di intervento, compare senz'altro la rivalutazione di un centro storico tra i più grandi del mondo che per tornare ad essere un'attrazione di rilievo, necessita di una più estesa chiusura al traffico a sola eccezione di quello residenziale. Il centro storico di Napoli è un museo a cielo aperto e come tale andrebbe trattato; varchi controllati dalle telecamere, pulizia, illuminazione e ampia operatività di tutti suoi siti. Ovunque in città si siano già sperimentate ampie zone di pedonalizzazione, il successo dei commerci e quindi l'incremento di attività produttive e il gradimento della cittadinanza conseguente al miglioramento della qualità della vita del quartiere sono stati pressoché totali. Sicuramente l'afflusso turistico beneficerebbe di tali azioni prediligendo sempre meno l'attuale approccio mordi e fuggi a favore di una maggiore permanenza in loco.
Anche la corretta rivalutazione della linea di costa può divenire un enorme attrattore turistico locale e nazionale. Basti pensare alle marine di altre grandi città del Mediterraneo come Barcellona, Malaga, Nizza, Marsiglia che hanno puntato sul loro mare non solo come elemento da cartolina ma soprattutto come fonte di un economia impiantata sui servizi legati all'industria dello svago, della ristorazione, della nautica, del soggiorno.
Restituiamo dunque ai partenopei l'accesso al mare, recuperiamo le spiagge, bonifichiamo i litorali. Ne trarremo tutti godimento e soprattutto posti di lavoro con investimenti contenuti.
L'aeroporto e le stazioni ferroviarie e marittime, quali varchi di ingresso turistici in città, sono il primo biglietto da visita che il visitatore riceve al suo arrivo. Questi luoghi di importanza strategica incidono in modo sostanziale nelle impressioni che il turista matura durante il viaggio e porta con sé al rientro. È necessaria una più costante presenza delle istituzioni in un'opera di coordinamento e sorveglianza e per il miglioramento dei servizi.
Sarebbe poi auspicabile continuare l'opera di decentramento ed autonomia, anche sotto l'aspetto della gestione finanziaria dei propri beni culturali al fine di responsabilizzare maggiormente le amministrazioni competenti locali. In particolare si pone un fermo no all'introduzione della tassa di soggiorno nella città di Napoli, considerando tale tributo in netta contrapposizione con gli obiettivi di sviluppo del settore.
Appare infine necessario aprire le sedi istituzionali ai rappresentati delle diverse categorie coinvolte (albergatori, ristoratori, trasportatori e così via) e ascoltare la voce dei protagonisti per capire quali difficoltà inibiscono lo sviluppo e l'espansione dei rispettivi campi di azione. L'erogazione di un servizio amministrativo efficiente e cooperativo favorirebbe lo sviluppo del settore con i conseguenti benefici occupazionali.
Alcune proposte concrete:

  • individuare e inventariare i siti oggetto di attrazione turistica attualmente chiusi o in stato di abbandono
  • valutare la possibilità di partnerariati con privati, associazioni, cooperative per il restauro, il recupero e la gestione della manutenzione ordinaria di opere monumentali e siti archeologici di tutto il territorio cittadino
  • istituire l'accesso gratuito a musei e siti archeologici per i residenti

Energia

Energie rinnovabili: una promessa di autosufficienza e sostenibilità

Il Piano Energetico Comunale proposto dal MoVimento 5 Stelle non rientra per impostazione e definizione nelle linee guida del PEAR, per quanto già descritto nel Nostro Piano Energetico per le regionali.
Occuparci di energia, sviluppando esclusivamente fonti di energia rinnovabili, sole, vento, acqua, calore della terra, della loro “captazione” e “trasformazione” in senso ecologico, democratico e diffuso in rete è il Nostro obiettivo.
La promessa di autosufficienza e sostenibilità significa mutare l’intero sistema di produzione industriale esistente, da sistema concentrato nelle mani di pochi a sistema diffuso; significa rendere libera la popolazione, togliendo il potere della gestione energetica alla Politica, ormai totalmente asservita a Lobby, Banche e Industrie, che vegetano sul servilismo della Classe Politica, che assicura grandi guadagni con nessun rischio e nessun investimento, totalmente garantiti da incentivi CIP6 e "Certificati verdi".
La Regione Campania, non ha bisogno alcuno di importare energia da combustibili fossili, o produrla dai Rifiuti con Inceneritori, Biodigestori, Biomasse ormai legati alla Preistoria, poiché essa è tra i massimi detentori delle fonti di energia rinnovabili.

Connettività

La rete è l'autostrada dell'industria del presente, ma anche della conoscenza, dell'informazione, della cultura.

Il MoVimento sostiene l'accesso a Internet libero e gratuito, contestualmente alla diffusione estesa della banda larga. Promuove inoltre l'alfabetizzazione informatica e la diffusione dei laboratori di rigenerazione di PC usati. Promuove infine l'adozione di software libero nella Pubblica amministrazione.


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