Sunto del Programma TERRITORIO

Gli obiettivi ambientali devono coniugarsi strettamente con quelli di carattere sociale, economico e istituzionale

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L'impatto delle attività umane sul territorio insidia da sempre i delicati equilibri dell'ambiente e dell'ecosistema, ma negli ultimi decenni un nuovo modello aggressivo di sviluppo urbano ed economico ha aumentato in modo esponenziale il consumo di suolo destinato ad usi insediativi, accompagnato da una crescita delle città sempre più complessa e confusa. Tale modello di crescita indiscriminata si impernia sull'illusoria presunzione che il territorio sia un'illimitata riserva di spazio, con una capacità di carico altrettanto illimitata, in grado di sostenere ogni sorta di sfruttamento residenziale, produttivo e infrastrutturale.


L'area Territorio si articola nei seguenti punti.

Ambiente

Urbanizzazione scriteriata e inquinamento: come invertire la rotta

Il Movimento guarda alla pianificazione territoriale e al consumo del territorio considerando il suolo quale risorsa strategica non rinnovabile che va inderogabilmente preservata, un bene comune irrinunciabile e inalienabile, regolatore del ciclo idrologico, riserva di acqua e di energia, filtro di potenziali inquinanti, fattore chiave dell'equilibrio ambientale e delle biodiversità. La tutela e la progressiva riduzione del consumo del territorio sono esigenza insita nel concetto stesso di sopravvivenza.
Il sistema di aree verdi e la rete ecologica e rurale ancora presenti rappresentano poi una risorsa strategica vitale la cui tutela e valorizzazione devono costituire un obiettivo imprescindibile. Le Municipalità dovranno quindi provvedere a istituire un osservatorio del consumo del territorio, da cui trarre un proprio bilancio ecologico in grado di misurare il livello di naturalità e lo stato delle risorse naturali.
Inoltre, per rilanciare l'economia, valorizzando le risorse locali, l'agro-alimentare e il turismo e per restituire la dignità di una vita sana e decorosa, sono considerate urgenti e non più prorogabili le bonifiche della terra e del mare. Gli interventi di bonifica vanno studiati valutando con estrema attenzione le modalità di trattamento. Per la scelta delle procedure è necessario privilegiare la trasparenza degli obiettivi, delle modalità e dei tempi di intervento.
Bisogna infine mettere in sicurezza declivi e scarpate su tutto il territorio cittadino e provvedere alla salvaguardia della risorsa mare.

Rifiuti solidi urbani

Piano dei Rifiuti per il Comune di Napoli: Il Rifiuto non esiste!

Affinché l'ambiente non diventi un Rifiuto dell’umanità occorre cambiare Modello di sviluppo: Rifiuta il Rifiuto, Riduci, Riusa, Ricicla tutta la materia.
Ma molto prima del riciclo c'e' la Riduzione dei materiali che vanno diminuiti alla fonte.
Poi viene il Riuso dei materiali post consumo, quello che non serve più o è uno scarto di fabbricazione, può diventare materia prima per un'altra azienda o oggetto da riaggiustare e reinserire nel mercato.
Tra riduzione e riuso è dimostrato che si può finanche dimezzare la produzione di rifiuti.
Obiettivo per la città di Napoli:raggiungere i 315 kg/pers./anno in due anni (contro l’attuale produzione di circa 635 Kg di rifiuti/anno).
La raccolta differenziata deve essere Porta a Porta su tutto il territorio comunale, finalizzata al Riciclo Totale.
Occorre liberalizzare il servizio di raccolta mantenendo l’essenza di servizio pubblico.
Occorre legare l’utile dell’azienda preposta alla raccolta alla qualità e alla quantità di materia effettivamente riciclata, penalizzando lo scarto.
Occorre progettare predisporre e sostenere una solida filiera del riciclo possibilmente a KM 0.
Il processo di lavorazione degli scarti da R.D. deve avvenire in impianti di estrusione a ridosso di impianti di selezione e vagliatura (TMM),per la produzione di materia prima seconda (Impianto di Riciclo di Vedelago).
Punto di forza della raccolta differenziata è un organico pulito. L’umido è la nostra ricchezza e potrebbe essere la nostra salvezza; negli impianti di compostaggio si può realizzare compost di qualità, un eccellente ammendante per uso agricolo.
Sul modello del Piano Bacoli il Piano promuove:
• diffusione del compostaggio domestico, tramite il sostegno a progetti di giardini sui tetti;
• compostaggio aziendale e agricolo;
• realizzazione di piccoli impianti diffusi sul territorio.
La possibilità di diffusione degli impianti anche in zone vicine ai centri abitati è dato dalla possibilità del moderno utilizzo di particolari enzimi, che lavorano eccezionalmente in regime aerobico e anaerobico insieme, accelerando il processo di compostaggio, eliminando il problema del percolato e neutralizzando del tutto gli odori.

Urbanistica

Un'Urbanistica comprensibile a tutti per una città più amica dei Cittadini

Napoli è una grande città aperta sul mare, che gode di un paesaggio incomparabile invidiato nel mondo. Eppure questa città così bella non sempre è altrettanto dolce e accogliente con i suoi ospiti e i suoi cittadini. Anzi, per molti versi è una città dura, che non dà tregua, che non offre condizioni accettabili di vita in molti quartieri.
Il suo centro antico gronda di storia, ma gli spazi e le piazze sono poco curati, amati, valorizzati, così come i monumenti e i palazzi. Le strade sono spesso poco pulite e invase ancora da troppe auto e moto, con pericoli per i pedoni e per i pochi ciclisti in circolazione. Moltissimi edifici fatiscenti e inabitati potrebbero essere recuperati per dare abitazioni a giovani, studenti, famiglie. E gli edifici irrecuperabili, privi di ogni valore storico, potrebbero lasciare spazio ad angoli di verde, di gioco, d’incontro. I luoghi di ritrovo, i punti di riferimento, i presidi di civiltà ancora troppo pochi, e da creare dove mancano.
Questo discorso è valido, con tutte le differenze del caso, sia per i quartieri di più antico impianto (Capodimonte, Vomero, Fuorigrotta), sia soprattutto per quelli privi della minima qualità urbana, cresciuti troppo velocemente e abusivamente negli ultimi decenni. Pensiamo alla corona di spine che va da Agnano, Soccavo, Pianura, passando per Chiaiano, Secondigliano e Miano, fino a Capodichino, Ponticelli, Barra e San Giovanni. Aree urbane grandi e popolose come città medie che hanno fagocitato in un caos informe gli elementi di valore che pure vi sono o vi erano, come gli antichi casali, i terreni agricoli, gli assi strutturanti di storica memoria (es. l’asse di Barra).
In questi quartieri, oltre a quanto detto per le aree più centrali e consolidate della città, occorre individuare in ogni ambito significativo un grande progetto di riorganizzazione e riqualificazione, con la partecipazione attiva dei cittadini. È per esempio il caso di Miano, dove il recupero e riuso civico dell’ex fabbrica Peroni, sarebbe una boccata d’ossigeno per tutta l’area Nord.
Infine, i grandi progetti per la Napoli del futuro, città europea della conoscenza e della creatività: Bagnoli e Napoli Est. Le operazioni di rilancio dei principali volani per uno sviluppo sostenibile dell’impresa, dell’occupazione e del tempo libero sono fermi da troppo tempo. L’amministrazione uscente ha completamente fallito l’obiettivo di creare una governance ampia e concorde sul futuro di queste aree strategiche. Bisogna sbloccare la situazione, mettere in moto un confronto ampio e trasparente, bandire categoricamente veti incrociati e pretese speculative, e discutere tutti insieme – cittadini, investitori, pubbliche amministrazioni – sul da farsi.
A Bagnoli e Napoli Est, occorre almeno aggiungere altri due grandi progetti: il primo, terminare il restauro dell’Albergo dei Poveri, da aprire progressivamente alle associazioni culturali, cooperative e servizi della città. C’è posto per tutti! Cosa spettiamo?
Il secondo, per ritornare al punto di partenza, il recupero di un mare più pulito e fruibile dai cittadini, che è la risorsa di natura e paesaggio più vicina che abbiamo.
E infine due punti fermi per una città vivibile: Case del Quartiere diffuse in tutta la città e Urban Center di rilievo urbano e metropolitano.

Acqua pubblica

Il Movimento ha sposato la causa dei Comitati per l’Acqua pubblica

L'acqua è un bene comune e un diritto umano universale. Un bene essenziale che appartiene a tutti. Nessuno può appropriarsene, né farci profitti. Vogliamo togliere l’acqua dal mercato e i profitti dall’acqua, per conservarla per le future generazioni. Vogliamo una gestione pubblica e partecipativa, perché si scrive acqua, ma si legge democrazia.

Mobilità

Mobilità sostenibile: Dall’impossibile caos al possibile armonico

Perseguire un piano di mobilità urbana sostenibile significa conciliare il diritto agli spostamenti di ciascuno con la diminuzione dell’inquinamento acustico e atmosferico derivante dalla congestione del traffico veicolare. A tale scopo bisogna attuare diverse tipologie di intervento in modo integrato e sinergico. Occorre per questo adottare un "Piano Urbano della Mobilità" che preveda investimenti infrastrutturali e innovazioni gestionali nel medio periodo. Obiettivi cardine sono:
Prevenire il traffico riducendo le necessità di spostamento:
ciò significa avvicinare servizi e prodotti al cittadino, in modo da ridurre la necessità di spostamenti, sia in termini numerici che di distanze.
Realizzare una rete intermodale di trasporto pubblico efficace ed efficiente:
Il Trasporto intermodale è una tipologia particolare di trasporto, effettuato con l'ausilio di una combinazione di mezzi diversi. Caratteristica principale di un sistema intermodale di trasporto urbano è quello della continuità tra le diverse modalità di trasporto.
Disincentivare l'utilizzo del mezzo privato:
i disincentivi hanno la funzione di diminuire il tempo medio di circolazione di un autoveicolo in città. Si caratterizzano in generale in: politiche di pedaggio autostradale per l’ingresso in città; semichiusura dei centri storici (ZTL, Zone a 30); individuazione strade a scorrimento veloce.
Tali misure devono essere anticipate da una credibile alternativa offerta dal Servizio Pubblico.
Gli interventi pubblici nel settore devono essere quindi finalizzati a ridurre la presenza degli autoveicoli privati negli spazi urbani e a favorire una "mobilità alternativa", svolta prevalentemente con i seguenti mezzi:
• a piedi;
• in bicicletta;
• con i mezzi di trasporto pubblico (rete intermodale);
• con i mezzi di trasporto privato condivisi (car-pooling, car-sharing, taxi collettivi).

Porto

Il porto è, da sempre, fonte di scambi commerciali e comunicazione ed ha storicamente favorito lo sviluppo delle civiltà

Nel 2010 scade il POT tuttora in vigore per l'Ente Porto di Napoli. La nuova Giunta Comunale avrà quindi da subito il compito di sovrintendere al rispetto delle linee indicate nel Piano regolatore Generale, in fase di stesura del nuovo POT.
Ovviamente non corcordiamo assolutamente con la filosofia attuale di progettualità. Puntiamo invece, pur nel rispetto della multifunzionalità e della diversificazione, ad altre tipologie di offerta.
Gli obiettivi da raggiungere sono essenzialmente i seguenti:

  • Impatto ambientale: E' importante migliorare il tasso di inquinamento delle acque, dell'aria e diminuire il rumore
  • Collegamenti intermodali: Evitare quanto più possibile il traffico veicolare, specie se di mezzi pesanti
  • Usufruibilità: Il mare del Porto deve realmente essere restituito ai cittadini
  • Servizi per il Turismo: L'accoglienza delle strutture portuali deve essere il biglietto da visita della città
  • Energie alternative: Si sfruttino le aree di copertura il mare ed il vento per un'autonomia energetica

Bagnoli e Napoli Est

La riqualificazione post-industriale deve restituire ai cittadini aree nuovamente vivibili e di queste aree siano proprio i cittadini a decidere

Il Movimento tendenzialmente inquadrerebbe la tematica all’interno delle normali voci del Programma Amministrativo della città. Troppo spesso il ricorso allo specifico, così come all’emergenza, porta ad effettuare scelte che deviano da quelle che la logica della buona amministrazione consiglierebbe.
I due Progetti di riqualificazione delle ex zone industriali, ad Occidente e ad Oriente della città, sono però di così notevole importanza strategica, che non si può non tracciare, anche se solo come spunto sintetico, delle linee di indirizzo.


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