Sunto del Programma ECONOMIA

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L'area Economia si articola nei seguenti punti.

Turismo

Sviluppare la risorsa turismo come volano principale per una ripresa economica e occupazionale che rispetti appieno il territorio e l'ambiente.

Tra le priorità di intervento, compare senz'altro la rivalutazione di un centro storico tra i più grandi del mondo che per tornare ad essere un'attrazione di rilievo, necessita di una più estesa chiusura al traffico a sola eccezione di quello residenziale. Il centro storico di Napoli è un museo a cielo aperto e come tale andrebbe trattato; varchi controllati dalle telecamere, pulizia, illuminazione e ampia operatività di tutti suoi siti. Ovunque in città si siano già sperimentate ampie zone di pedonalizzazione, il successo dei commerci e quindi l'incremento di attività produttive e il gradimento della cittadinanza conseguente al miglioramento della qualità della vita del quartiere sono stati pressoché totali. Sicuramente l'afflusso turistico beneficerebbe di tali azioni prediligendo sempre meno l'attuale approccio mordi e fuggi a favore di una maggiore permanenza in loco.
Anche la corretta rivalutazione della linea di costa può divenire un enorme attrattore turistico locale e nazionale. Basti pensare alle marine di altre grandi città del Mediterraneo come Barcellona, Malaga, Nizza, Marsiglia che hanno puntato sul loro mare non solo come elemento da cartolina ma soprattutto come fonte di un economia impiantata sui servizi legati all'industria dello svago, della ristorazione, della nautica, del soggiorno.
Restituiamo dunque ai partenopei l'accesso al mare, recuperiamo le spiagge, bonifichiamo i litorali. Ne trarremo tutti godimento e soprattutto posti di lavoro con investimenti contenuti.
L'aeroporto e le stazioni ferroviarie e marittime, quali varchi di ingresso turistici in città, sono il primo biglietto da visita che il visitatore riceve al suo arrivo. Questi luoghi di importanza strategica incidono in modo sostanziale nelle impressioni che il turista matura durante il viaggio e porta con sé al rientro. È necessaria una più costante presenza delle istituzioni in un'opera di coordinamento e sorveglianza e per il miglioramento dei servizi.
Sarebbe poi auspicabile continuare l'opera di decentramento ed autonomia, anche sotto l'aspetto della gestione finanziaria dei propri beni culturali al fine di responsabilizzare maggiormente le amministrazioni competenti locali. In particolare si pone un fermo no all'introduzione della tassa di soggiorno nella città di Napoli, considerando tale tributo in netta contrapposizione con gli obiettivi di sviluppo del settore.
Appare infine necessario aprire le sedi istituzionali ai rappresentati delle diverse categorie coinvolte (albergatori, ristoratori, trasportatori e così via) e ascoltare la voce dei protagonisti per capire quali difficoltà inibiscono lo sviluppo e l'espansione dei rispettivi campi di azione. L'erogazione di un servizio amministrativo efficiente e cooperativo favorirebbe lo sviluppo del settore con i conseguenti benefici occupazionali.
Alcune proposte concrete:

  • individuare e inventariare i siti oggetto di attrazione turistica attualmente chiusi o in stato di abbandono
  • valutare la possibilità di partnerariati con privati, associazioni, cooperative per il restauro, il recupero e la gestione della manutenzione ordinaria di opere monumentali e siti archeologici di tutto il territorio cittadino
  • istituire l'accesso gratuito a musei e siti archeologici per i residenti

Energia

Energie rinnovabili: una promessa di autosufficienza e sostenibilità

Il Piano Energetico Comunale proposto dal MoVimento 5 Stelle non rientra per impostazione e definizione nelle linee guida del PEAR, per quanto già descritto nel Nostro Piano Energetico per le regionali.
Occuparci di energia, sviluppando esclusivamente fonti di energia rinnovabili, sole, vento, acqua, calore della terra, della loro “captazione” e “trasformazione” in senso ecologico, democratico e diffuso in rete è il Nostro obiettivo.
La promessa di autosufficienza e sostenibilità significa mutare l’intero sistema di produzione industriale esistente, da sistema concentrato nelle mani di pochi a sistema diffuso; significa rendere libera la popolazione, togliendo il potere della gestione energetica alla Politica, ormai totalmente asservita a Lobby, Banche e Industrie, che vegetano sul servilismo della Classe Politica, che assicura grandi guadagni con nessun rischio e nessun investimento, totalmente garantiti da incentivi CIP6 e "Certificati verdi".
La Regione Campania, non ha bisogno alcuno di importare energia da combustibili fossili, o produrla dai Rifiuti con Inceneritori, Biodigestori, Biomasse ormai legati alla Preistoria, poiché essa è tra i massimi detentori delle fonti di energia rinnovabili.

Lavoro

Investire efficacemente nella politica del turismo, nell'arte e nella cultura, anche considerato che il nostro patrimonio paesaggistico, storico ed architettonico è tra i pochi beni non delocalizzabili.

In uno scenario caratterizzato dalla trasformazione del tessuto economico, dal declino dei grandi complessi industriali, dalla delocalizzazione verso i paesi emergenti, dall’affermazione di nuovi competitori sul mercato nazionale, dalla diffusione delle occupazioni precarie ed atipiche, da una modesta crescita dell’occupazione cui però di contrappone un altrettanto modesto tasso di sviluppo, appare necessario puntare su altre strade: qualità del prodotto, novità, originalità. Occorre puntare sulla ricerca, sulla formazione e sull’innovazione. Napoli deve riprendersi il suo ruolo di centralità nel mediterraneo, sfruttando l’occasione offerta da un sistema di portualità quasi naturale, adeguatamente accompagnato dalla riformulazione delle relative infrastrutture in termini di trasporto e di logistica.


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